Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
…Eppure qualcosa di sbagliato è ancora qui, se un padre, non trova di meglio che regalare al figlio per i suoi 21 anni, un’arma da fuoco. Qualcosa di sbagliato è rimasto, se si dorme ammassati davanti alle stazioni di grandi città e se le persone, ancora, sono contate e vengono distinte per categoria di provenienza e di destinazione. Qualcosa non ha funzionato…. E spero davvero che i nostri nati, torceranno il viso da noi, spero davvero che il futuro non assomigli, a questo brutto presente, dove ancora conta il colore, la provenienza, la stirpe, la religione, il sesso, dove ancora conta la distinzione di genere, in ossequio a una supposta superiorità che si sbriciola davanti alla miseria che continuamente creiamo.